martedì 27 agosto 2013

Un breve viaggio all'interno del mondo dello Smart Food!

Il termine smart food può essere assimilato ad un sinonimo di nutraceutico, ovvero un alimento che possiede, oltre alle comuni qualità caloriche, alcune proprietà fondamentali nel rapporto tra cibo e salute.
E' opportuno sottolineare come, negli ultimi anni, sia la comunità scientifica che l'intera collettività stanno concentrando l'attenzione su questo tipo di alimenti, nella lotta contro i tumori ed altre malattie che affliggono la nostra società.
In realtà i due termini non sono perfettamente sovrapponibili, poiché il nutraceutico rappresenta una sostanza, come ad esempio un antiossidante, importante nel prevenire le malattie croniche, migliorare lo stato di salute, ritardare il processo di invecchiamento e aumentare l'aspettativa di vita; gli smart food, invece, sono gli alimenti che nel loro complesso risultano essere ricchi di numerosi elementi benefici.
Smart food però non significa solo questo; esso infatti è il nome che è stato dato ad un progetto di ricerca ed educazione alimentare, lanciato dall'Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO), il quale sta riscontrando molto successo sia presso le aziende che tra i privati.
La sua mission, infatti, è quella di investigare sulla correlazione tra la dieta e lo stato di salute e di divulgare i dati ottenuti. La fondazione IEO, inoltre, offre la possibilità di organizzare corsi teorici e pratici rivolti a gruppi di persone, utili per imparare i principi e le ricette alla base di uno stile di alimentazione corretto e salutare.
Questo rappresenta un settore della ricerca in forte ascesa, poiché attraverso la dieta è possibile migliorare la nostra salute e prevenire numerose malattie, utilizzando dei comuni alimenti sempre presenti nelle nostre case.

Forse è proprio vero ciò che affermava Feuerbach, "l'uomo è ciò che mangia".

giovedì 16 maggio 2013

The China Study

Lo Studio Cina, prima di essere uno dei maggiori libri di successo del settore dedicato alla salute, rappresenta un vastissimo progetto di ricerca, con l'obiettivo di studiare la correlazione tra l'alimentazione ed alcune patologie che affliggono i giorni nostri.
T. Colin Campbell, responsabile della ricerca e co-autore del libro insieme al figlio, rappresenta un eccellente paradosso; egli nacque da una famiglia di allevatori della Virginia, crescendo con delle tavole ricche di latte, latticini e proteine animali di ogni genere; iniziò i suoi studi sostenendo fortemente questo tipo di alimentazione, per poi ritrovarsi, dopo l'immenso lavoro del Progetto Cina, ad intraprendere un'alimentazione vegana e dichiarare al mondo intero i rischi apportati da cibi di origine animale.
Basterebbe la biografia dell'autore per evidenziare l'importanza dei dati ottenuti da questa ricerca ventennale ma, ai più interessati, non posso non consigliare il libro pubblicato nel 2005.
Un'opera scientifica completa che concilia i dati ottenuti con delucidazioni di natura teorica, come se si volesse parlare con "numeri" ed esperimenti per avallare la tesi proposta.
Tutto ha avuto inizio nella Cina rurale degli anni 80', in cui il consumo di carne era ridotto, così come l'incidenza della maggior parte di patologie del mondo occidentale; la popolazione di questo paese rappresentò un modello per Campbell e fece scattare la scintilla per avviare uno degli studi epidemiologici nutrizionali destinato ad influenzare le ricerche future.
Il libro ha l'obiettivo di riassumere le conclusioni del progetto e renderle disponibili a tutti; è composto in diversi capitoli, ciascuno dei quali dedicato alle più comuni patologie (cancro, malattie cardiovascolari, diabete etc.), essendo consigliato a professionisti e non, purché possiedano delle basi biologiche ed un interesse prettamente di carattere scientifico.
Non vorrei aggiungere altro per evitare di influenzare la vostra opinione a riguardo, quindi non mi resta che augurarvi una buona lettura!!!

domenica 12 maggio 2013

I come informazione...

Il mondo della nutrizione e della salute rappresenta uno dei principali argomenti di interesse della nostra società, concentrando l'attenzione di tutti i mezzi di comunicazione tra cui i social-network. E' molto semplice reperire un articolo o un intero libro che tratta la ricerca più in voga del momento, imbattersi in una rubrica televisiva specialistica o partecipare ad un'accesa discussione su un qualsiasi forum del web.
In particolar modo, con l'avvento di internet e dei blog tematici, si è sottoposti ad un vero e proprio bombardamento di informazioni ad origine sconosciuta che possono mettere a rischio la nostra salute.
Sicuramente qualcuno di voi starà esclamando -"da che pulpito viene la predica"- e probabilmente lo avrei pensato anche io leggendo l'introduzione di questo articolo; questa mia riflessione, però, nasce perché anche io, così come voi, mi ritrovo spesso a girovagare tra diversi siti a causa della mia curiosità ed interesse per questi argomenti.
Il mio criterio di ricerca si basa sull'attendibilità degli autori, la possibilità di reperire le fonti e la capacità di elaborare delle opinioni personali in relazioni ai dati visionati; solo così sarà possibile distinguere un articolo interessante da una vera e propria notizia infondata.
Questo, a mio avviso, dovrebbe essere l'approccio da seguire quando si legge una notizia che riguarda la nostra salute, per evitare di intraprendere dei comportamenti poco sani.
Esistono numerosi esempi di bufale diventate dei fenomeni mediatici che, se proposte ad un pubblico ignorante in materia, possono dar vita a dei comportamenti pericolosi e non aver l'esito desiderato.
Come comportarsi quindi?Leggere e curiosare non fa mai male, anzi aiuta ad aprire la nostra mente a nuove frontiere e ci permette di sviluppare un'opinione soggettiva su diverse tematiche; quando però si vogliono intraprendere delle abitudini alimentari "nuove", è sempre necessario informarsi presso uno specialista che ci saprà guidare con un occhio esperto.


mercoledì 10 aprile 2013

La mucca, il pollo, il maiale, il cavallo ed ora???Di nuovo il pollo...

Solo qualche giorno fa eravamo qui a discutere dello scandalo della carne di cavallo ritrovata in molti prodotti che, stando alle informazioni dichiarate dalle confezioni, non dovevano contenerne.
Sembrava quasi che la bufera stesse per terminare, senza lasciare particolari strascichi nelle menti e soprattutto sulla salute dei consumatori. Molti di essi avevano ripreso a scegliere tutti i prodotti, esclusi quelli bloccati dagli organi di vigilanza, rimettendo in moto un settore del commercio alimentare che ha subito un brusco calo.
Ho detto "sembrava" perché, in realtà, durante l'ultima settimana, in Cina vi sono stati 33 casi di influenza aviaria che hanno causato 9 morti; questi eventi hanno fatto si che ritornasse quel fantasma che nel 2003, a causa del virus H5N1, sconvolse l'intera comunità.
H7N9 è il responsabile di questa nuova influenza aviaria, fa parte della famiglia dei virus influenzali di tipo A ed è un lontano parente del sopracitato H5N1; fortunatamente per adesso i rischi sono bassi, poiché il virus si trasmette all'uomo solo se a contatto con volatili VIVI e INFETTI, ma le autorità suggeriscono di non abbassare la guardia poiché esso potrebbe diventare più pericoloso acquisendo la capacità di trasmetteresi da uomo a uomo.
Questa è solo una remota possibilità che potrebbe causare lo sviluppo di un'estesa epidemia; per ora però gli unici interessati devono essere gli esperti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che stanno monitorando i singoli casi e tracciando un identikit del virus e il relativo vaccino.
Per questo motivo, speriamo che i media non carichino di tensione e paura i consumatori, causando una flessione delle vendite di polli e derivati del tutto immotivata; ricordo nuovamente, infatti, che l'unica via di trasmissione avviene per contatto diretto con volatili vivi ed infetti ed è, quindi, limitata a quegli individui che per lavoro o altri interessi possiedono degli allevamenti di questi animali.