giovedì 25 ottobre 2012

Il colesterolo e i suoi mille volti...

Il colesterolo è uno sterolo che svolge innumerevoli funzioni sia a livello cellulare che nella biosintesi di molti ormoni. Occorre però esaminare con cura questo composto, studiarne le origini e le diverse forme per avere una visione più chiara dei rischi che può apportare alla nostra salute.
Esso può essere di derivazione esogena, quindi sostanzialmente contenuto negli alimenti, o endogena se prodotto dallo stesso organismo ed in particolare dal fegato.
Al contrario di quanto si possa credere solo il 20% del colesterolo totale è di origine endogena, per lo più questi valori si raggiungono solo in individui che non seguono un' alimentazione sana; il nostro corpo, infatti, riesce a produrne fino all' 85% in relazione alla quantità assunta.
Il colesterolo, non essendo idrosolubile, viene veicolato nel sangue sotto forma di molecole complesse che prendono il nome di lipoproteine, esse hanno caratteristiche diverse che ci permetteranno di definire questo sterolo “buono” o “cattivo”. Il colesterolo LDL, a bassa densità, è considerato quello dannoso poiché possiede un'elevata affinità per le cellule endoteliali delle arterie formando, insieme all'azione dei radicali liberi, la placca aterosclerotica. L'HDL, invece, può essere paragonato ad uno spazzino perché preleva il colesterolo dall'endotelio e lo riconduce al fegato.
Fino a qualche anno fa era assodata l'associazione tra ipercolesterolemia e un maggior rischio cardiovascolare; successivamente è stato chiarito come questo non sia l'unico fattore, dev'essere infatti affiancato da altre cattive abitudini come il fumo o la poca attività fisica; infine si è visto come il valore reale da considerare non sia tanto quello relativo al colesterolo totale, bensì il rapporto tra questo e il colesterolo HDL. Il parametro ottenuto non deve superare 5 nell'uomo e 4,5 nella donna, in caso contrario il paziente deve tenere sotto controllo la salute del proprio cuore.
Come detto in precedenza, la quantità di colesterolo assunto con la dieta influenza solo relativamente i livelli ematici totali, quindi risulta essere molto difficile un controllo di questi valori esclusivamente attraverso l'alimentazione. In secondo luogo, sono pochi gli esempi di alimenti che aumentano notevolmente il colesterolo LDL a scapito di HDL; in passato sono stati spesso accusati i grassi saturi, mentre studi recenti hanno visto come i veri nemici siano i grassi idrogenati come margarine ed oli vegetali; questi prodotti infatti vantano la nomina di “colesterolo free” ma non sono affatto salutari e consigliabili.
Si è inoltre valutata l'azione degli estrogeni che difendono le donne pre-menopausa dal rischio cardiovascolare, così come l'assunzione di fibre, antiossidanti e fitoestrogeni apportati da molti vegetali.
Il modo migliore per aumentare il cosiddetto colesterolo buono è quindi da ricercare nello stile di vita; una corretta attività fisica aerobica, tenersi lontano dal fumo e da un consumo eccessivo di carboidrati, preferire il consumo di acidi grassi insaturi, come quelli descritti nel post precedente, possono ridurre notevolmente l'incidenza di alcune patologie, aiutandoci a contrastare una delle piaghe del nuovo millennio.
Vorrei concludere aprendo una piccola finestra su delle ricerche recenti o ancora in corso; si sta verificando l'azione delle proteine animali sui livelli di colesterolo, confrontandola alle proteine vegetali. Molti risultati vanno notevolmente contro il primo gruppo di alimenti che, oltre ad aumentare il rischio cardiovascolare, sembra possano avere un ruolo importante nello sviluppo di alcuni tipi di tumore. 
 
Dieta in Salute       

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